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      Da questo indubitato dritto derivan quegli di aggravare i negozianti esteri di dazj, e dispensarne i proprj, o il far altri stabilimenti favorevoli al proprio commercio svantaggiosi all'altrui, usitati presso le più culte, ed avvedute nazioni(234).
      Minore sarebbe la querela d'inumanità se il divieto d'entrare si dirigesse verso i soli curiosi viaggiatori, ne' quali non è necessità, ma puro diletto il percorrere i dominj d'altro Sovrano.
      Ma si diminuisce a segno la giustizia della querela del rifiuto, che io non dubito sostenere, che cessi totalmente quando si domanda di transitare con gente armata, e non in piccole bande, ma con eserciti intieri. Mi si affollano le idee de' pericoli, e degli incomodi, e non v'è chi non gli comprenda. Lasciando i pericoli, che la prudenza, e la ragion di Stato additano, dirò solo de' danni. L'incarimento de' viveri per l'arrivo di tanti nuovi ospiti, la difficoltà d'eseguire il consiglio dato da taluno degli scrittori(235) di fargli passar disarmati, l'impossibilità assoluta d'ottener una valevole, e sicura malleveria della rifazion di tutti i danni: perchè non basterebbe darla de' soli danni che può far un'armata, avrebbe a darsi di tutte le conseguenze, che l'ingresso d'un'armata sul paese neutrale può trarsi dietro dalla parte dell'altro avversario, che acquista anche egli il dritto d'entrare. E chi può prevedere, o calcolare a quanto soggiacerà di danno uno sventurato neutrale tra' dubj eventi del futuro? Se a quella impossibilità si fosse posta mente, si sarebbe conosciuto esser lo stesso non aver un dritto, e l'averlo vincolato ad una condizione impossibile ad adempire(236).


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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