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      Dunque la Suprema potestà non può mai credersene assoluta, nè dire, che vi abbia ceduto: discioglierebbe, ed annienterebbe la stessa essenza sua. Eguale al dritto d'ogni privato suddito è quello, che hanno i popoli vicini, e le nazioni tutte, di esiggere dalla Suprema potestà d'un popolo la vendetta, e la punizione di qualunque fatto d'un privato, che abbia nociuto loro; e non ricevendola imputarlo a lei. Dunque neppur le nazioni estere posson rinunziare, e cedere a questo lor dritto di sicurezza; nè la Suprema potestà riconvenuta potrebbe scansarsene, e rigettarlo sopra altri quante volte ella è suprema(248). Solo l'impotenza fisica delle sue forze non artificiosa, non preparata anteriormente, non colpevole, ma naturale è quella, che la libera dall'imputazione(249).
      Dall'evidenza delle sopraddette cose si fan con egual chiarezza manifeste queste due verità. Primo, che non può esistere in una società persona alcuna, che possa dirsi in tutto sciolta, e dispensata da qualunque legge: perchè se fosse tale nè come uom privato, nè pure come Principe apparterrebbe più a veruna Società umana, nè avrebbe legami colla costituzione di quelle; e perciò diverrebbe un nemico publico di tutte, non riconosciuto, non ammesso, non protetto più da veruna(250). Secondo, che dovendo ogni persona qualunque riconoscersi soggetta a qualche legge semprecchè vive in società, le prime, e le più indispensabili per lui saran sempre le ricevute in quel paese, in cui dimora, e da quella nazione, tralla quale egli vive.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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