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      Invano direbbe esser la di lui casa un sacro asilo. Non è certo questo dritto(262), ma qualor anche lo fosse, dell'asilo non si può abusare, e se ne perde il dritto in chè da esso escono offese, e danni. L'asilo è destinato ai casi compassionevoli, e misericordiosi, e non agli atti ostili. Se altrimente si facesse, l'asilo degli infelici si convertirebbe in ricettacolo degli insidianti. Invano alfine si metterebbe in campo esser le case degli ambasciatori fuor del territorio del Sovrano che gli accoglie, perchè questa teoria non è vera. Nessun Sovrano ha potuto intender mai, facendo un atto d'amicizia, qual è quello di ben accogliere un legato, di voler perder parte del suo territorio; anzi aggiungerò esservi moltissimi Sovrani, i quali anche volendolo non potrebbero nè smembrare il loro territorio, nè rinunziare su qualunque piccolissima parte di esso al loro dritto sovrano(263).
      Hanno da esser però le offese, e le ostilità, che commettesse il legato gravi a segno da poter aggiungere vere forze al proprio Principe, o recar vero danno, e diminuzion di forze al nemico di quello. Tali sarebbero se da lui si spedissero armi, cavalli, reclute, o altro controbando di guerra sottomano al suo Principe; se si suscitassero corsari, e se ne facilitassero gli armamenti; se si tramassero cospirazioni, o sollevazioni nello Stato del nemico; se se gli togliessero, od intercettassero viveri, o munizioni di guerra; se gli si facessero sviare, e se ne attirassero con premj, ed ingaggiamenti i soldati, i marinaj, gli abili uffiziali, o si facessero altre cose consimili, e più gravi.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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