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      Premesse queste importanti distinzioni dico, che l'illimitata pretensione di voler per dritto astringer anche colla forza l'amico neutrale alla vendita di quanto si chieda, è assurda. Gli stessi sostenitori di così nuova dottrina non potranno negare non esservi ne' generi di generale utilità altro superfluo se non chè or per rapporto all'annata, or fino ad una data quantità, e solo in certe circostanze. Ha dunque sempre il neutrale Sovrano il dritto di giudicare quale stimi esser il superfluo da non arrecar nocumento a sè, o ai sudditi suoi il privarsene; e fondando sopra così buone ragioni l'onesto rifiuto non dovrà temere la giusta irritazion dell'amico.
      Dico inoltre, che se la richiesta fosse di generi di guerra destinati alla distruzzione dell'uomo come le spade, i fucili, i cannoni, la polvere, e cose simili, sempre il neutrale è in dritto di non dare ciò, che a vero dire è assai più inumano il concedere, che il ricusare. E sia che a negarlo si muova da orrore verso le straggi, o da scrupolosa osservanza dell'imparzialità, o da provvido consiglio dell'avvenire, e da cauta diffidenza del profondo de' cuori umani, sempre sarebbe poco onesto l'usar importunità, e prepotenza nella domanda.
      Ma è diverso il discorso se si richiedessero viveri, o altro genere di provvisioni in una quantità da non poter far mancanza ai bisogni proprj del neutrale, ed in un caso di urgente bisogno del guerreggiante. Tale sarebbe nel passar d'una flotta sulle coste del neutrale diriggendosi a qualche spedizione, o nel trovarsi campeggiando, o stringendo assedj l'armata in territorio limitrofo al neutrale, e per la distruzione del paese ove dimora bisognandole viveri, e tali sarebbero altri casi consimili frequentissimi ad avvenir nel corso, e ne' varj accidenti delle guerre(283).


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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