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      Conchiudasi adunque, che ogni rifiuto di generi d'uso innocente fatto ad un Sovrano amico nell'urgente bisogno di esso, e non fondato sopra alcuna vera e ragionevole causa dà manifesto segno d'alienazion d'animo, e d'inimistà. Ciò è vero egualmente ne' casi di carestia, pestilenza, incendio, inondazioni, tremuoto, e ne' casi di guerre; se non chè in que' casi si scopre solo una inumanità mostruosa, ed un interno compiacimento delle altrui sventure: in questi si dà sospetto d'inclinazione verso l'altro combattente; e tanto basterebbe a macchiar la limpidezza della neutralità.
      Perciò debbono i neutrali astenersi con delicatissima avvertenza da' mal fondati rifiuti, ed in questa parte, che riguarda le vendite del proprio attuale superfluo adottare l'imparziale concessione verso ambedue i combattenti.
      Ma sull'intelligenza di questa mia espressione non sarà superfluo avvertire, che nell'esecuzione l'imparziale concessione ad altro non obbliga, fuorchè ad esser il neutrale compiacente a concedere quanto senza privazione, ed incomodo de' suoi sudditi può dare a chi de' due guerreggianti si presenterà il primo a comprare, ovvero a colui tra due, che offra il prezzo maggiore. Nè si può dir violata la neutralità tra Sovrani, come non si manca all'amicizia tra privati, se si vendesse tutto al più sollecito a chiedere, e niente se ne serbasse al più neghittoso ed incauto, che tardò a farne richiesta(286). Niuno è tenuto ad anticipare, e preceder i bisogni di quell'amico, che ancora non gli palesa.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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