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      Ben potrei dire, che questa al giorno d'oggi è una nuova, e non peranche intesa questione. Troppo è lontana ancora l'Europa dal voler abbracciar massime di tanto rigor di virtù, di concordia, d'armonia. Forse tempo verrà (se pure a dispetto delle rilasciate dottrine de' politici, e de' giuristi potrà la ragion umana far quel progresso, che i buoni anelano), che sarà universalmente confessata, e non controvertita più l'irregolarità di due costumi oggi usatissimi, cioè il ricovero dato ai delinquenti stranieri(326), lo sfratto dato ai proprj. Si conoscerà allora, che salva l'amicizia tra due Principi, nè vi è buon dritto di proteggere, e non consegnare i violatori delle leggi dell'amico Sovrano, nè vi è dritto, anzi neppur discrezione, a voler versar loro, per così dire, addosso i proprj delinquenti solo per rincrescimento, e pigrizia di giudicargli con posatezza, o pure per alleviarsi la pena di vegliar su' discoli, e ritenergli dal nuocere, o dal corrompere i buoni. Mi si conceda con indulgenza d'aver profferite queste cose non so se prognosticando colla mente, o anticipando co' desiderj del mio cuore; ma in tanto non contrasterò, anzi sò benissimo esser oggi in vigore le massime contrarie, a segno di riguardarsi per gran pregio delle Sovranità indipendenti l'uno, e l'altro diritto. E rispetto ai disertori si crede anche far buon negozio, e guadagno a sostenerne il ricovero, e la protezione; onde avviene, che rari siano questi trattati di cartello, sempre conclusi con ripugnanza, e spesso con avidità, e con giubilo infranti, o delusi.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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