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      Nè mi muoverebbe il dirmisi, ch'egli ne abbia egualmente offerto il comodo, e la facilità ad ambedue; perciocchè potrebbe esser tanto diseguale il bisogno ne' combattenti, che mentre l'uno per la scarsezza, che soffre d'uomini riceverebbe prezioso, e potente soccorso da siffatta permissione, all'altro sarebbe forse inutile, e soverchia. Per la qual cosa a me pare adattarsi benissimo anche a questo caso la general teoria degli essenziali doveri della neutralità(435), cioè, che debbasi sempre continuar nello stato anteriore, e sia soltanto lecito perseverar nell'usato, illecito l'introdur stato nuovo di cose.
      Dal discorso de' soldati vengo a quello degli uffiziali, e primieramente dico, che per un avanzo de' costumi, e delle idee dell'antica cavalleria errante(436), i nobili nell'Europa generalmente conservano la libertà d'andare ad offrire il lor militare servizio a qualunque Sovrano loro piaccia. Il natural Sovrano, a cui ne chiedono il permesso, non suol negarlo senza grave, e particolar ragione; nè concedendolo crede mancare alla neutralità, Le cose da me dette di sopra mostrano abbastanza, che in siffatta usanza de' privati Europei nulla vi è di contrario alle generali regole della giustizia, e della natural libertà, tirando questa usanza anch'essa l'origine dalla sovrabbondanza de' nobili, ai quali spesso riesce il natìo paese soverchio angusto, e povero per potergli tutti impiegare. Le Republiche aristocratiche per contrario riguardando i loro nobili come tanti magistrati nati per reggerle, negano un tal permesso, ed anche questo lor particolare uso è fondato sulla ragione.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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