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      Nò certo. Misera Cristianità se avesse tanto fidato sù queste scommuniche, quanto i Principi Bizantini fidarono sù que' loro divieti. Noi seguendo contraria strada abbiamo aperta, e favorita ogni spezie di commercio co' Turchi, e gli abbiam così tanto debilitati, e spossati d'arti, di cognizioni, e di ricchezze negli anni della pace, che non son poi stati valevoli a metterci spavento colla loro bravura nella guerra.
     
      Il rame fu tra' Greci, e tra' Romani non men del ferro impiegato nelle armature, avendole essi usate tutte d'un metallo composto de' due, che i Greci chiamarono ??????, i Romani Aes. Ma dacchè si perfezionò la tempera del ferro, e si ridusse in acciajo, cadde il bisogno del rame e del bronzo, il quale solo ne' cannoni restò adoperato. Anche questi in oggi vanno dismettendosi, sicchè sul rame non caderebbe questione se non fosse avvenuto, che nella presente guerra i vascelli da guerra destinati ad andar a tinger di sangue Europeo i mari dell'America, trovandosi in que' climi caldi spesso attaccati da' vermi, che ne traforano il legname, si è imaginato, e con felice successo, di foderargli di rame, onde divengono più rapidi al corso, meno bisognosi di carenarsi, meglio preservati dalla brume, e dalla mite loro eterni persecutori.
      Ha potuto adunque agitarsi con qualche fondamento la questione se sia controbando di guerra non già il rame in pani, o in verghe, ma coteste foglie di rame disposte a foderar i vascelli. Fondasi l'opinione di chi le ha credute controbando sull'essersi le sopraddette fodere finora unicamente usate ne' bastimenti da guerra, perlocchè non è ambiguo l'uso di esse.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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