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      Così terminerà anche la celebrata questione sul giudice competente delle prede su' neutrali, sulla quale tanto a lungo ha ragionato l'Ubner(521), e dalla quale io mi sbrigherò in poche parole nell'articolo seguente.
      In tanto mi rimane quì a parlare del caso, che si conducessero munizioni da guerra ad un popolo quando era ancora ignoto, ch'ei fusse entrato in guerra; o si portassero viveri ad una città quando non sapevasi, che fosse stretta d'assedio. Sul che primieramente dico esser cosa manifesta non doversi gastigar veruno, giacchè l'ignoranza lo scusa; e perciò ingiusto sarebbe l'arresto, e molto più la confisca della merce. Ma ciò non toglie al guerreggiante il dritto di poter obbligarne i conduttori a ritorcer altrove il cammino. Dico dippiù, che non potendo un guerreggiante per riguardo al suo comodo cagionar incomodo, e danno ad altri, sarà tenuto a rifar il dispendio, e la perdita del profitto, che causa al neutrale nel frastornargli il cammino(522), se pure o col comprar egli allo stesso prezzo la merce, o in altra opportuna maniera non gli compensa il danno. Questo è l'esatto e rigoroso dovere; sebbene troppo rari esempj dà la storia di tanta scrupolosità nelle operazioni guerriere, che d'ogni incomodo dato ai sudditi d'altro Sovrano si sia tenuto conto. Perloppiù si trattano al pari de' proprj, e si crede aver con ciò fatto l'estremo sforzo della bontà, quantunque la disparità sia grandissima; avvegnacchè i sudditi del guerreggiante debbon tollerar molti incomodi a vista del bene, che all'intiero Stato risulta dal sostenersi una giusta guerra; i neutrali non han verun benefizio da sperarne.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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