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      Delle controversie sul vero proprietario della merce se mi si domanderà chi abbia da essere il giudice secondo i dettami del puro, ed universal dritto delle genti non scritto, risponderò imprima, che se la nave trovisi spontaneamente, o per caso fortuito di mare, entrata ne' dominj del guerreggiante, (che sarebbe il solo caso, in cui qualche rigoroso dritto si avrebbe sulle merci spettanti al nemico di lui) il giudice dell'appartenenza delle suddette merci sicuramente è il Signore del territorio: ma trovata la nave in mare libero rispondo francamente, e subito non poterne esser giudice nessuno. Dove non v'è controversia non vi può esser giudizio: dove non v'è giudizio, non vi è giudice neppure. L'occupar in quel luogo le merci appartenenti a chicchesiasi, ma coperte della bandiera neutrale, è prepotenza; e quando si è usata la prima violenza nè io, nè verun uomo di senno, ed ingenuo potrà poi dire quante, e quali altre violenze si vorranno commettere. Non occorre cercar dunque il legitimo giudice d'un giudizio, che per dritto naturale legitimamente non può esister giammai.
      Ma se non esiste un siffatto litigio per dritto universale, può ben esistere per effetto d'una particolar convenzione. Ve n'è un esempio ne' Trattati antichi, e poi rinovellati tralla Francia, e le Città Anseatiche(531). Han potuto coteste Città rinunziare all'immunità della loro bandiera, e per conseguenza non è assurda, nè illegale una tal convenzione, sebben faccia eccezione alla regola generale. Ma poichè ella è una spontanea rinunzia voluta fare da una Sovranità per sue private ragioni, dagli articoli dello stesso spezial Trattato ha da dipendere il sapersi qual giudice abbian prescelto i contraenti, come l'abbian concertato tra loro, a quali forme di giudicatura si siano soggettati.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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