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      Or ricercando chi meriti il nome di pirata in mare(535) dico primieramente esserlo colui, che tale si professi inalberando bandiera nera, o altra capricciosa, ed ignota, e non riconoscendosi per suddito di veruna legitima Potenza. Anche se si asserisse vassallo di taluna, meriterà d'esser riguardato come pirata se gli manca in tutto, o è falsa e viziosa la sua Patente di navigazione, e la Lettera di marca, in virtù della quale solo può esser autorizzato a corseggiare. Lo stesso sarebbe se ricusasse di mostrarla al Signore del luogo, o finalmente se fosse spirato il termine del tempo concesso in essa.
      Pirata anche sarebbe se avesse incominciato il corseggiare prima della dichiarazion della guerra, o se lo continuasse dopo i termini prefissi alla cessazione delle ostilità secondo le diverse distanze de' luoghi nel Trattato di pace, o di preliminari già concluso, e publicato.
      II. Quando non se gli possa controvertire d'essersi nelle legitime, ed usitate forme armato in corso, se però nell'esercizio della sua intrapresa avrà tenuta condotta degna d'un infame pirata, e non d'un leale guerriero, potrà ogni Principe, che l'abbia in sua possanza raffrenarne gli eccessi. Così se violando quelle leggi, che sono universali, e sacre anche tra' nemici, avesse usate crudeltà mostruose, e non necessarie contro i nemici del suo Principe, potrà un neutrale metter in salvo quelli sventurati dalle atroci sevizie di cotesto mostro, e potrà arrestar anche lui stesso. Vero è, che bene farà a consegnarlo al suo natural Sovrano, perchè lo gastighi; e converrà che ritenga i predati da esso nello stato di prigionieri di guerra.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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