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      Abborrirono la pirateria a segno tale, che neppur la tollerarono; negli avversarj, i corsari de' quali non furono da essi creduti degni d'usar con loro i termini, ed i riguardi della giusta guerra, ma furon trattati come ladroncelli di mare, e prendendogli usaron di crucifiggergli a guisa di malfattori.
      Nè minore abominio mostravano alle scorrerie fatte da' privati in terra sul suolo nemico, come ce lo manifesta la maraviglia, con cui gli autori dall'età d'Augusto in poi narrano non essere stato infame cotest'uso di latrocinj tra' Germani, i Lusitani, gli Sciti(560), facendoci con ciò comprendere, ch'essi lo riguardavano per vituperoso.
      Si sfrantumò alla fine dopo sei secoli di consistenza, e di grandezza l'Impero Romano per effetto d'interna putredine più, che per l'urto dell'esterna invasione. I popoli Settentrionali avendone inondata la parte Occidentale vi recarono di nuovo la rozzezza, e l'irraggionevole ferocità: perlocchè sparvero le truppe disciplinate, i soldati stipendiati, i condottieri virtuosi, i sacri doveri della guerra, e rivide l'Europa in tutti i secoli susseguenti fino all'età d'Alfonso I. Rè delle Sicilie, e di Luigi XI. le private incursioni, i saccheggi, le prede, la devastazione. Ad aumentar le quali grandemente contribuì la forma feudale ne' governi generalmente introdotta da cotesti popoli, la quale essendo una oligarchia quasi anarchica dava campo ad ogni potente e gran Vassallo d'usar capricciosamente le sue forze a molestare ed angariare i vicini, gli emuli, i commercianti, i passaggieri, e talvolta fino ai proprj Sovrani.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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