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      Discorrendo perciò di questi due modi ognuno dopo scorta la mia somma avversione al costume di corseggiare s'aspetterà, ch'io sia per preferire il primo. E certamente chi lo siegue mostra un più dichiarato orrore delle calamità della guerra qualora si contenta privarsi de' vantaggi ridondanti ai suoi porti colla maggior frequentazione, colla circolazion del denaro, colle vendite delle prede, a solo oggetto di disvezzare i corsari de' guerreggianti da un mestiere atto a prolungar le guerre.
      Pure malgrado ciò, e senza dar taccia d'illegale al primo modo, io preferisco il secondo come più salutevole, e più umano.
      Perchè io considero, che il rigore di non ammetter a libera prattica gli armatori, privandogli così dal poter depositare, o vendere ne' porti neutrali le loro prede, non è un incomodo tale da distogliergli in tutto dal corseggiare. Se noi veggiam tutto dì scorrersi da costoro le coste, e i lidi dello stesso paese nemico, dove sicuramente in caso di necessità non sperano verun ricovero, qual pena daran loro i rigori del porto neutrale, dove alla fin fine qualche ricovero dalla tempesta son sicuri d'ottenere? Che ne avverrà dunque? Sarà molto più dura, e più tormentosa la condizione degli infelici predati quando si neghi al predatore il potergli subito disbarcare. Saranno barbaramente straziati; saranno strascinati per lo mare dietro a sè dal predatore finchè egli siasi carico di nuove prede, mancanti di tutto, condannati al più vile e scarso alimento, tenuti per timore di sollevazione in catene, o a soffogar sotto i boccaporti: e chi sà a quali altri orrori non si stenderà talvolta l'avara crudeltà d'un corsaro o di trucidargli tutti, o di annegargli, o pure d'imbarcargli senza provvisioni sopra un fragile palischermo e buttargli all'avventura verso il più vicino lido?


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527