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      Ma se fossero i due Principi quasi eguali tra loro di forze, sarà allora miglior partito per il guerreggiante il tentar l'altro a collegarsi promettendogli assai cose, delle quali promesse non vogliono i maestri di cotesta scienza, che il Principe si creda dover esser scrupoloso osservatore(639). Con questo allettamento non solo s'acquisterà un alleato, ma e' si guadagnerà, che egli non rimanga in pace; e così venendo i sudditi di lui tormentati anch'essi da' travagli della guerra non saranno più felici degli altri, nè più ricchi, nè più commercianti.
      Che s'egli non riuscisse in modo veruno il poterlo tirare a se, ed impegnarlo nella guerra, e nemmen l'altro avversario potesse smuoverlo, allora non rimane altro partito da appigliarvisi, fuorchè quello d'usar co' sudditi di lui que' modi stessi, che di quì appoco dirò essersi spesso usati co' sudditi de' Principi deboli, ed inermi; ma usandogli con maggior parsimonia e con riguardo tale, che non abbia a venirne in colui una determinata irritazione tanto grande, che lo faccia risolvere alla fine a dichiarartisi aperto nemico(640). Colla fraude, colle promesse, colle lusinghe, e colle finte scuse conviene temporeggiarlo tanto, che trovisi finita la guerra prima, ch'egli siasi risoluto d'uscir dal suo piacevole ozio, ed entrar in guerra. E perchè gli stessi consigli saran forse seguiti da ambedue i guerreggianti, egli avverrà facilmente, che il neutrale offeso e molestato da ambedue se ne trovi stizzito, ma non sappia poi a qual de' due gli convenga perdonar le offese, e congiungersi con lui.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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