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      Sia detto con pace di così giudizioso scrittore, questa definizione non è giusta. Egli ha espresso in essa la formola dell'essenziale dovere di chi vuol essere neutrale, in vece di darci la definizion della cosa. Ciò è tanto vero, che quel Principe, che non eseguisse esattamente il precetto datoci in vece di definizione dall'Ubner, se non ricevesse per ciò nè ostilità, nè querele, sarebbe sempre neutrale de facto, benchè non meritasse d'esserlo de jure; e per contrario chi ricevesse le ostilità, ancorchè avesse usata una imparzialità esatta, e perfetta, non potrebbe dire d'esser stato veramente neutrale, quantunque lo avrebbe meritato. In somma per spiegarmi con un paragone quanto grossolano, altrettanto chiaro, l'Ubner fa a guisa di chi obbligato a definire che cosa sia l'uomo, rispondesse esser l'uomo quell'animale, che è obbligato ad amare, e servir Dio in questa vita. Costui direbbe certamente il primo, ed essenziale dovere dell'uomo, ma non darebbe la di lui definizione; tanto vero, che chi non eseguisse questo precetto, non lascerebbe d'aver la figura, e di potersi denominar uomo.
      (23) Errico Coccejo nelle sue note al Grozio, ed il suo rispettoso figlio Samuele nella Dissertazione Proemiale hanno assunto per verità incontrastabile, che Medii nihil decidunt, sed judicium suspendunt, e replicando, più volte questa loro dottrina giunsero fino a riprendere, e corrigere l'illustre Grozio di non esser del loro sentimento. Quindi l'Errico confutando l'opinione del Grozio avvertì male auctor Mediis tribuit judicium circa justitiam caussæ inter duas partes bellìgerantes.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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