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      Homo qui erranti comiter monstrat viamQuasi lumen de suo lumine accendat, facit;
      Nihilominus ipsi lucet, cum illi accenderit,
      Onde soggiunge Una ex re satis præcipitur, ut quicquid sine detrimento possit commodari, id tribuatur vel ignoto. Ma in verità render così piccolo servizio ad altri, come il mostrar la strada, o il lasciargli accender il lume, pure non è senza qualche incomodo di chi lo fa. Vi è il trattenimento, la perdita di un qualche tempo, l'uscir di strada &c. Nè l'esser queste cose infinitamente piccole fa, che divengano assolutamente niente. Il niente non è per sua natura suscettibile di dimensione, nè può farsi maggiore, o minore. Or suppongasi, che colui, a cui si chiede la brevissima pazienza di trattenersi finchè dalla sua si accenda un altra fiaccola, si trovasse andar di fretta per timor d'esser inseguito da' suoi nemici, ognuno confesserà, che quel brevissimo trattenimento diviene in quel caso un evidente pericolo della vita di colui, a' cui si richiede. Non è più dunque allora un niente; non è un infinitamente piccolo il servizio, che si domanda; può negarsi senza rimprovero d'inumanità: anzi diviene un di que' casi, ne' quali il dovere verso se stesso, e la propria conservazione, contrasta cogli atti di umanità verso gli altri uomini. Lo stesso discorso può farsi sù moltissimi casi, ne' quali si crede a prima vista potersi giovar ad altri senza alcuno incomodo proprio.
      (30) Sembrerà quasi un delirio a moltissimi ciò, che io son per dire; ma forse non lo parrà, ai geometri.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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