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      (264) Da ciò, che costituisce l'essenza propria di ciascuna cosa neppur coll'imaginazione possiamo figurarla dispensata, sciolta, segregata. Possiamo per esempio figurarci un corpo fisico qualunque, che abbia spogliato il color bianco, perchè avrà assunto il nero, ma non possiam figurarcelo, che abbia rinunziato alle tre dimensioni di larghezza, lunghezza, profondità: avrebbe cessato d'esser corpo. Così del pari può intendersi una Suprema Potestà, che abbia rinunziato, e siasi privata di qualche suo dritto, come di esiggere qualche tributo, di conferir qualche carica etc.: ma al dritto di proteggere, e di punire supereminente non potrebbe aver rinunziato senza aver simultaneamente cessato d'essere Suprema Potestà, cosicchè quel corpo politico rimarrebbe disciolto, ed annientato. Meditando su questo si scopre qual sia il vero confine delle immunità, che a qualche ceto, o classe di persone possa aver concesse un Sovrano.
      (265) L'assioma adunque stabilito da Samuel Coccejo, che pacatus utrique bellum gerentium plenissimam securitatem in suo territorio præstare debeat, quantunque da lui illimitatamente profferito, conviene intenderlo di quelle sole persone inermi come i mercatanti, i viaggiatori, ed altri, che s'imbattano a vivere, o a passare sul territorio neutrale. Sarebbe falsissimo rispetto agli armati.
      (266) È cosa troppo manifesta, che quando un Sovrano ha palesato voler restar neutrale, e nel tempo stesso concede ingresso alle truppe d'uno de' combattenti sul suo Stato, non può negarlo all'altro: non debet actori licere quod reo non permittitur.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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