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      (399) Moltoppiù sarà chiara la debolezza, e l'inefficacia del corseggiare scambievole, quando le due nazioni fossero egualmente potenti sul mare, e la cosa riescirà (come noi lo vediamo a dì nostri avvenire) ad una lamentevole non meritata ruina di tutti i negozianti sudditi de' guerreggianti, e de' neutrali, senzacchè alla fin del giuoco tanta, e così scatenata pirateria abbia prodotto non dico l'urgente, e disperato bisogno d'una delle nazioni da farle gridar pace, e mercè; ma neppure un disequilibrio tralle due nazioni da quella forza, che prima della guerra avevano. Onde io non esiterò a pronunziare, che siffatto uso di mutue rapine quanto egli è ingiusto tanto è stupido, e mal calcolato.
      (400) Anche quest'altra teoria fa scorgere la differenza tral troncare il commercio alle fortezze assediate, e il volerlo togliere alle provincie, o alle nazioni intere. In quelle non rimangono inchiusi altro, che i combattenti. Giusto è, che sentano il peso delle calamità della guerra coloro, che effettivamente la fanno. I vecchi, i fanciulli, le donne, le persone imbelli, e quiete si fanno uscire dalle fortezze, e così non sentono le angustie del blocco. Che se mi si opponesse essersi talvolta da' Generali assedianti ricusato ricevere gli usciti, e costrettigli anche a colpi di cannone a ritornarvi dentro, rispondo, che se al primo investire della piazza erasi concessa la libera uscita a chi la volesse, incolperà se stesso della sua tardanza chi allora non se ne approfittò. Se poi non si fosse concessa mai, si commette uno degli atti più ingiusti, ed esecrabili, che possa imaginarsi.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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