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      Piacemi dirne anch'io, la mia opinione. Credo, che i Cantoni lasciando a' loro concittadini la libertà di cambiar patria e Sovrano, non debbano aver rimorso di cedere ad una legge fisica, che la sterilità del suolo, e la salubrità, e fecondità degli abitatori, impone loro. Lo Svizzero, che s'ingaggia passa a riconoscere un nuovo Sovrano, ed una nuova patria, e si fa considerare come se in quella, e sotto il dominio di lui fosse nato. Ciò essendo, la quistione se possa in coscienza combattere contro chiunque dal suo nuovo Sovrano gli si addita, non lo riguarda particolarmente, ma è la stessa quistion generale tante volte, e con tanta gara agitata (e che io non debbo quì entrar a risolvere) se i sudditi prima d'entrar nelle guerre mosse da' loro Sovrani siano in coscienza obbligati ad esaminarne la giustizia, e la ragione.
      (435) Vedi s. p. 143.
      (436) Indubitatamente è venuto fino a noi da que' secoli d'indisciplinata bravura questo distaccamento, ed indifferenza per la patria. Allora era più scusabile, avvegnacchè nella corruzione del sistema feudale divenne fragilissimo il vincolo, che legava i feudatarj al loro Signor Sovrano. I nobili possessori di feudi si credevano tanti Sovranotti, e perciò liberamente disponevano di se stessi, e delle genti da loro dipendenti: e mi sarebbe facile mostrare colla storia per quale concatenazione d'idee dall'una all'altra passando, siasi giunta ai costumi, ed al gius publico Germanico, ed Italico d'oggidì in questa parte, che riguarda il combatter in servizio altrui; ma ciò mi slontanerebbe assai dal mio istituto.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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