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      Segnamo dunque, come di sopra, la [vedi figura 32.gif] circonferenza dell'orbe magno, nella quale intendasi il punto A essere uno de i solstiziali, ed il diametro A P la comun sezione del coluro de' solstizi e del piano dell'orbe magno o vogliam dire dell'eclittica, ed in esso punto A esser locato il centro del globo terrestre, l'asse del quale CAB, inclinato sopra il piano dell'orbe magno, cade nel piano del detto coluro, che passa per amendue gli assi dell'equinoziale e dell'eclittica; e per minor confusione segneremo il solo cerchio equinoziale, notandolo con questi caratteri DGEF, del quale la comun sezione col piano dell'orbe magno sia la linea DE, sì che la metà di esso equinoziale DFE rimarrà inclinata sotto il piano dell'orbe magno, e l'altra metà DGE elevata sopra.
      Passiamo ora a vedere se ne i tempi de gli equinozii e' siano della medesima grandezza; e trasportando il centro della Terra nel punto I, lontano per una quarta dal punto A, intendiamo il medesimo equinoziale GEFD, la sua comun sezione con l'orbe magno DE, l'asse con la medesima inclinazione CB; ma la tangente dell'orbe magno nel punto I non sarà piú la DE, ma un'altra che la segherà ad angoli retti, e sia questa notata HIL, secondo la quale verrà ad essere incamminato il moto del centro I, procedente per la circonferenza dell'orbe magno. Ora in questo stato gli additamenti e suttrazioni non si misurano piú nel diametro DE, come prima si fece, perché, non si distendendo tal diametro secondo la linea del moto annuo HL, anzi segandola ad angoli retti, niente promuovono o detraggono essi termini D, E; ma gli additamenti e suttrazioni s'hanno a prendere da quel diametro che cade nel piano eretto al piano dell'orbe magno e che lo sega secondo la linea HL, il qual diametro sarà adesso questo GF: ed il moto addiettivo, per cosí dire, sarà il fatto dal punto G per il mezzo cerchio GEF, e l'ablativo sarà il restante, fatto per l'altro mezo cerchio FDG. Ora questo diametro, per non esser nella medesima linea HL del moto annuo, anzi perché la sega, come si vede, nel punto I, restando il termine G elevato sopra ed F depresso sotto il piano dell'orbe magno, non determina gli additamenti e suttrazioni secondo tutta la sua lunghezza; ma devesi la quantità di quelli prendere dalla parte della linea HL che rimane intercetta tra le perpendicolari tirate sopra di lei da i termini G, F, quali sono queste due GS, FV: sí che la misura de gli additamenti è la linea SV, minore della GF o vero della DE, che fu la misura de gli additamenti nel solstizio A. Secondo poi che si costituirà il centro della Terra in altri punti del quadrante AI, tirando le tangenti in essi punti e le perpendicolari sopra esse cadenti da i termini de i diametri dell'equinoziale segnati da i piani eretti per esse tangenti al piano dell'orbe magno, le parti di esse tangenti (che saranno sempre minori verso gli equinozii e maggiori verso i solstizii) ci daranno le quantità de gli additamenti e suttrazioni.


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Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano
di Galileo Galilei
Einaudi Torino
1970 pagine 608

   





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