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      Finalmente, quanto al titolo e pretesto del mio servizio, io desidererei, oltre al nome di Matematico, che S. A. ci aggiungesse quello di Filosofo, professando io di avere studiato più anni in filosofia, che mesi in matematica pura: nella quale qual profitto io abbia fatto, e se io possa e deva meritar questo titolo potrò far vedere a loro Alt.e, qual volta sia di loro piacimento il concedermi campo di poterne trattare alla presenza loro con i più stimati in tal facoltà.
      Ho scritto lungamente per non aver più a ritornare sopra tal materia con suo nuovo tedio: mi scusi V. S. Ill.ma, perché, se bene questo a lei, che è consueta a maneggiar negozii gravissimi parerà frivolissimo e leggiero, a me però è egli il più grave che io possa incontrare, concernendo o la mutazione o la confirmazion di tutto lo stato e l'esser mio. Aspetterò sua risposta; e in tanto supplicandola ad inchinarsi umilmente in mio nome a loro Ser.e, bacio a V. S. Ill.ma con ogni reverenza le mani, e dal Signore Dio gli prego somma felicità
     
      Di Pad.a, li 7 di maggio 1610.
     
      Di V. S. Ill.rna Ser.re Oblig.moGalileo Galilei
     
     
      II
     
      A MATTEO CAROSI IN PARIGI
     
      (Padova, 24 maggio 1610)
     
      Ill.re Sig.re
     
      Mando a V. S. l'Avviso astronomico domandatomi da lei, acciò possa con suo comodo vederlo. Quello che mi scrive in proposito di quello che dicono i mattematici di costì, mi viene scritto da altre bande ancora, e fu similmente pensiero d'altri qui circunvicini, ai quali, col fargli io vedere lo strumento e i Pianeti Medicei, ne è rimossa ogni dubitazione.


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Lettere
di Galileo Galilei
Ricciardi Editore
1953 pagine 265

   





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