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      [...] Con tutto ciò vorrei che anco l'Apelle e gl'altri oltramontani potessero vederla; e qui, per esser io occupatissimo, averei bisogno del favore di V. S. e del S. Sandeli, il quale mi facesse grazia di trasferirla quanto prima in latino e mandarmela poi subito, perché in Roma è chi si è preso cura di farla stampare insieme con alcune altre mie. Io intanto anderò finendo la seconda per farne l'istesso, e parimente l'invierò a V. S.; e caso che il S. Sandeli voglia favorirmi, perché so che alcuni termini proprii e alcune frasi dell'arte potriano dargli qualche fastidio, non occorre che guardi a ciò, perchè io in questa parte la ridurrò a i proprii nostri termini. Se io potrò aver tal grazia, V. S. me n'avvisi subito, e ne procuri quanto prima l'espedizione; e intanto si comincerà a far stampar la italiana in Roma, e il tutto resti inter nos. Che sarà per fine di questa, con baciar a V. S. e a tutti gl'amici con ogni affetto le mani, pregandogli da Dio ogni contento .
     
      Di Firenze, li 16 di Giugno 1612.
     
      Di V. S. molto I. e molto R.daSe.re Oblig.mo
     
      Galileo Galilei.
     
     
      XI
     
      A DON BENEDETTO CASTELLI IN PISA
     
      (Firenze, 21 dicembre 1613)
     
      Molto reverendo Padre e Signor mio Osservandissimo,
     
      Ieri mi fu a trovare il signor Niccolò Arrighetti, il quale mi dette ragguaglio della Paternità Vostra: ond'io presi diletto infinito nel sentir quello di che io non dubitavo punto, ciò è della satisfazion grande che ella dava a tutto cotesto Studio, tanto a i sopraintendenti di esso quanto a gli stessi lettori e a gli scolari di tutte le nazioni: il qual applauso non aveva contro di lei accresciuto il numero de gli emoli, come suole avvenir tra quelli che sono simili d'esercizio, ma più presto l'aveva ristretto a pochissimi; e questi pochi dovranno essi ancora quietarsi, se non vorranno che tale emulazione, che suole anco tal volta meritar titolo di virtù, degeneri e cangi nome in affetto biasimevole e dannoso finalmente più a quelli che se ne vestono che a nissun altro.


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Lettere
di Galileo Galilei
Ricciardi Editore
1953 pagine 265

   





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