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      I canali poi e bocche che conducono a i porti, per sicurtà delle barche che vi alloggiano e di tutta la terra, si sbarreranno ed attraverseranno la notte con catene di ferro, le quali proibiranno il transito alle barche nimiche.
      Nel numero de' siti da fortificarsi sono posti i porti di mare, ne' quali ricoverandosi gran quantità di legni, fa di mestiero assicurargli: il che si farà col fortificar la bocca ed entrata del porto. Ma prima è da considerarsi al sito e natura di detto porto, e se vi è altezza d'acqua sufficiente per il transito delle navi: avvertendo che quelli, che sono fatti naturalmente, saranno sempre migliori che i fatti artificiosamente; perché non mai s'alzeranno le muraglie di maniera, che qualche parte del porto non resti esposta a qualche traversia, ma il porto naturale dall'altezza de' monti e scogli circonvicini viene molto meglio ricoperto. Ma, o sia fatto per arte o per natura, bisogna universalmente considerare, che tutte quelle bocche, per le quali entrano per linea dritta venti, essendo esposte ad essi, faranno traversia, e saranno pericolose: oltre che molte volte simili traversie riempiono di rena la bocca e tutto il porto ancora; e ciò fanno alcuni venti più ed altri meno, e più in un luogo ch'in un altro. E per questo bisogna procedere con molta considerazione, e tanto più essendo che simili muraglie sono di grandissima spesa, né si possono, fatte che siano, più rimutare.
      Dato dunque che s'abbia qualche ricetto naturalmente fatto, grande e profondo a bastanza, s'avvertirà se l'entrata è troppo larga, perché, sendo, tale, sarà forza restringerla.


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Trattato di fortificazione
di Galileo Galilei
Utet
1980 pagine 68