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      Delle postille più ampie, invece, non conosciamo l'autografo, ma soltanto alcune copie: l'una, di mano di Vincenzio Viviani, è nelle car. 3r. - 22v. del T. IV della Par. IV dei citati Manoscritti; è però mutila, arrivando soltanto fino alla parola paníco, a pag. 733, lin. 24, della presente edizione; un'altra occupa le car. 88r. - 120r. del cod. Magliabechiano XXV. 10. 360(105), ed una terza le car. 1r. - 62r. (non numerate) del cod. 436 della Biblioteca Pubblica di Lucca.
      Noi abbiamo preso a base della nostra edizione il codice di mano del Viviani, che indichiamo con la sigla V, poichè ci parve di lezione quasi sempre corretta, senza che per questo dia segno di modificazioni arbitrarie o di concieri saccenti: dal momento poi che ci venne a mancare la guida di V, abbiamo seguito a preferenza il codice Magliabechiano, che distinguiamo con la lettera M, il quale è bensì molto meno corretto di V, ma le sue scorrezioni sono di natura tale che si può credere dipendano da ignoranza o poca accuratezza dell'amanuense, piuttosto che da deliberata intenzione di ritoccare il testo; laddove nel codice Lucchese (L) appar chiaro che la lezione originale è stata quasi ad ogni linea alterata, talvolta anzi parafrasata(106), da un copista semierudito, che ha preteso di migliorare il dettato di Galileo, forse anche in certi passi perchè, avendo dinanzi a sè una copia già scorretta, non riuscì ad afferrare il pensiero dell'autore. S'aggiunga che il cod. M è del secolo XVII, laddove L è del XVIII. Dal codice preferito (fosse V, fosse M), del quale rispettammo di volta in volta le forme linguistiche, ci siamo allontanati, per correggerlo con l'appoggio degli altri, soltanto quando la sua lezione era manifestamente errata, o quando per gravi motivi la lezione degli altri giudicammo migliore: in siffatto giudizio però procedemmo con somma cautela e, perchè fosse conservata maggior unità al nostro testo, sacrificammo talora l'impressione soggettiva all'autorità del codice preso per guida(107), del quale ad ogni modo annotammo sempre appiè di pagina la lezione scartata(108), insieme con le altre varianti di quel passo che non fossero state accolte nel testo, così che il lettore è messo in grado di rifare da per sè la critica del luogo controverso.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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