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      Intelletto umano partecipe di divinità perchè intende i numeri, oppinion di Platone.
     
     
     
     
     
     
     
     
      Misterii de' numeri Pitagorici, favolosi.
      SIMP. Io non voglio esser nel numero de' troppo curiosi de' misterii de' Pittagorici; ma stando nel proposito nostro, replico che le ragioni prodotte da Aristotile per provare, le dimensioni non esser, nè poter esser, più di tre, mi paiono concludenti; e credo che quando ci fusse stata dimostrazione più necessaria, Aristotile non l'avrebbe lasciata in dietro.
     
      SAGR. Aggiugnetevi almanco, se l'avesse saputa, o se la gli fusse sovvenuta. Ma voi, Sig. Salviati, mi farete ben gran piacere di arrecarmene qualche evidente ragione, se alcuna ne avete così chiara, che possa esser compresa da me.
     
     
      [vedi figura 01.gif] SALV. Anzi, e da voi e dal Sig. Simplicio ancora; e non pur compresa, ma di già anche saputa, se ben forse non avvertita. E per più facile intelligenza piglieremo carta e penna, che già veggio qui per simili occorrenze apparecchiate, e ne faremo un poco di figura. E prima noteremo questi due punti A, B, e tirate dall'uno all'altro le linee curve ACB, ADB e la retta AB, vi domando qual di
     
     
     
      Dimostrazione geometrica della trina dimensione.
      esse nella mente vostra è quella che determina la distanza tra i termini A, B, e perchè.
     
      SAGR. Io direi la retta, e non le curve; sì perchè la retta è la più breve; sì perchè l'è una, sola e determinata, dove le altre sono infinite, ineguali e più lunghe, e la determinazione mi pare che si deva prendere da quel che è uno e certo.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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