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      [vedi figura 13.gif]
     
      curva ACB sarà molto maggiore della retta AB, che è quello che si doveva dimostrare.
     
      SALV. Io non credo che a cercar tutti i paralogismi del mondo si potesse trovare il più accomodato di questo per dare un esempio della più solenne fallacia che sia tra tutte le fallacie, cioè di quella che prova ignotum per ignotius.
      Paralogismo del medesimo Peripatetico, che prova ignotum per ignotius.
     
      SIMP. In che modo?
     
      SALV. Come in che modo? la conclusione ignota, che voi volete provare, non è che la curva ACB sia più lunga della retta AB? il mezo termine, che si piglia per noto, non è che la curva ACB sia maggior delle due AC, CB, le quali è noto esser maggior della AB? e se vi è ignoto che la curva sia maggiore della sola retta AB, come non sarà egli assai più ignoto che ella sia maggiore delle due rette AC, CB, che si sa esser maggiori della sola AB? e voi lo prendete per noto?
     
      SIMP. Io non intendo ancor bene dove consista la fallacia.
     
      SALV. Come le due rette sien maggiori della AB (sì come è noto per Euclide), tuttavolta che la curva sia maggior delle due rette AC, CB, non sarà ella molto maggiore della sola retta AB?
     
      SIMP. Signor sì.
     
      SALV. Esser maggiore la curva ACB della retta AB è la conclusione, più nota del mezo termine, che è l'esser la medesima curva maggior delle due rette
     
      AC, CB: ora, quando il mezo è manco noto della conclusione, si domanda provare ignotum per ignotius. Or torniamo al nostro proposito: basta che voi intendete, la retta esser la brevissima di tutte le linee che si posson tirare fra due punti.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Peripatetico Euclide