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      Salviati, ed io inclino a creder l'istesso; ma non ne sapendo la ragione, l'ho da esso richiesta, e con desiderio la sto attendendo.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
      Dato che la vertigine diurna fusse della Terra, e che ella per qualche repentino ostacolo o intoppo si fermasse, le fabbriche e le montagne stesse e forse tutto 'l globo si dissolverebbe.
     
      SALV. Eccomi per darvi quella sodisfazione che dalle mie forze mi sarà conceduta; e benchè nel mio primo parlare vi sia per parer ch'io vadia ricercando cose aliene dal proposito nostro, tuttavia credo che nel progresso del ragionamento troverremo che pur non saranno tali. Però dicami il Sig. Sagredo in quali cose egli ha osservato consister la resistenza di alcun mobile all'esser mosso.
     
      SAGR. Io per adesso non veggo esser nel mobile resistenza interna all'esser mosso se non la sua naturale inclinazione e propensione al moto contrario, come ne' corpi gravi, che hanno propensione al moto in giù, la resistenza è al moto in su: ed ho detto resistenza interna, perchè di questa credo che voi intendiate, e non dell'esterne, che sono accidentali e molte.
     
      SALV. Così ho voluto dire, e la vostra perspicacità ha prevalso al mio avvedimento. Ma s'io sono stato scarso nell'interrogare, dubito che il Sig. Sagredo non abbia, con la risposta, adequata a pieno la domanda, e che nel mobile, oltre alla naturale inclinazione al termine contrario, sia un'altra pure intrinseca e naturale qualità che lo faccia renitente al moto. Però ditemi di nuovo: non credete voi che l'inclinazione, v. g., de i gravi di muoversi in giù sia eguale alla resistenza de i medesimi all'essere spinti in su?


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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