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      Non è cagion legitima, nè forse tanpoco apparente, per desister dall'opre, il non poter ridurle all'assoluta perfezzione o l'essere nel medesimo genere inferiore a gli altri; che se ciò fusse vero, in qualsivoglia sorte di azzione un solo saria l'agente o tutti sarebbono eguali, consequenza per ambe le parti non men falsa che erronea. Il prospetto del manchevole, paragonato all'intiero, lo fa comparir più vago; tal è il deforme al bello, all'armonia le pause, le tenebre alla luce: la diversità innumerabile delle cose è, per cagion di diversità, risguardevole; l'uguaglianza confonde la distinzione, e questa l'ordine, nel quale solo si contiene il perfetto e l'ammirabile. L'umana essenza, mistico compendio di bruti, si communica a porzione ne i suoi individui, forse con poco dissimili differenze che l'animal generico nelle sue specie: per questo ella quasi più varia ne i suoi particolari, che l'istesse diverse specie di bruti tra loro; esercita in alcuni ingegno e costumi di pecora, in altri di lupo, in alcuni di cavallo, in altri di simia, etc. Io dunque, non ambizioso di ugualità o maggioranza, ma nell'imperfezzione uguale solamente a me stesso, nelle mie professioni filosofiche mancherei notabilmente all'officio ed insieme al debito mio, se alla gioventù Veneta, dotata di perspicacissimo intelletto, esponessi solo ne i modi consueti, ordinarii, la dottrina di Aristotile; fraudarei il lor giusto desiderio se anco all'instanze di quei che l'impugnano con ogni sforzo non cercassi di sodisfare.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Veneta Aristotile