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      Non mi curo di applauso, non ho umore d'esserne stimato disputante, redarguente, saputo; mi si attribuiscano pure gli umili fini predetti: e chi della loro candidezza sarà contento, chi si sodisferà d'un desio di ben oprare, senza mirar per minuto l'opere istesse, gradirà cortesemente l'impresa; altri a sua voglia la sprezzi. La gentilezza che con benignità l'accoglie, la scusa o la compatisce, mi sarà soave sprone ad altri impieghi; la severità che la biasma, o la avvilisce, mi sarà freno tenace da non trabboccar per l'avenire in errori,
      ed incentivo potente di correggere i già commessi. Venezia, 1633.
     
      LE COSE PIÙ NOTABILI.
     
     
      Nella prima Esercitazione.
     
      Della perfezzione del mondo.
      De i numeri Pittagorici.
      Dell'idee ed unità Platoniche.
      Il modo di procedere in diverse scienze.
     
     
      Nella seconda.
     
      Del moto circolare, retto e misto; a chi convengano.
      Se si diano corpi naturali immobili.
      Ordine della fabrica del mondo.
      Parti principali del moto locale.
      Il centro dell'universo.
      Iddio come sia differente dalla natura.
      Se il moto circolare convenga a gli elementi.
      Se il mobile acquisti sempre velocità maggiore.
      Petizioni di principii imputate ad Aristotile.
     
     
      Nella terza.
     
      S'investiga la diversità de' cieli da gli elementi.
      Moscioni come si generino dal fumo del mosto.
      Se si dia in natura realmente trasmutazion sustanziale.
      Se i cieli abbino contrarietà.
      Comparazione fra il discorso d'Aristotile e quel del Sig. Galileo.
      Densità e rarità nel cielo se siano caggione di contrarietà.
     
     
      Nella quarta.
     
      Della corruttibilità d'i cieli.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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