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      E chi dicesse che la natura arbitrariamente gli abbia assignati termini, voi rispondete che forsi ciò si potrebbe favoleggiar che fusse avvenuto del primo caos, dove confusamente andavano indistinte materie vagando, per ordinarle a' suoi luoghi; ma nel mondo fabricato, ove è ottima constituzione, ciò è impossibile. Fin qui sono parole vostre, ed aggiungete una risposta a modo vostro.
      3. Per terza parte, concludendo contra la risposta predetta, dite che movendosi in questa maniera, cioè di moto retto, i corpi si disordinarebbono, rimovendosi da i proprii luoghi; però si può dire che il moto retto servi a condur le materie per fabricar l'opera, ma fabricata che ella è, o resti immobile, o, se mobile, si mova solo circolarmente.
      4. Nella quarta parte adducete a favor vostro l'opinion di Platone, che voleva che dopo esser stati i corpi mondani fabricati e stabiliti, fussero dal suo Fattore per alcun tempo mossi per moto retto; ma pervenuti in certi e determinati luoghi, furon rivolti ad uno ad uno in giro, passando dal moto retto al circolare, dove poi si son mantenuti e tuttavia si conservano.
      5. E per stabilir questa posizione, dite (e sia la quinta parte) che ogni corpo naturale costituito in stato di quiete, purchè sia mobile, non impedito si moverà, purch'abbia inclinazione a qualche luogo particolare; perchè quando fusse indifferente a tutti, restarebbe nella sua quiete. Da questa inclinazione egli si anderà continuamente accelerando; e cominciando con moto tardissimo, non acquisterà grado alcuno di velocità, che prima non sia passato per tutti i gradi di velocità minori, o vogliam dire di tardità maggiori: perchè, partendosi dallo stato della quiete (che è il grado di infinita tardità di moto), non può entrar nel maggior grado di velocità, che non passi per il minore, etc.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Platone Fattore