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      A cui rispondendo dite, che desiderate sapere che cosa dica questo moderno auttore delle stelle nuove del 72 e del 604, e delle macchie solari; "perchè quanto alle comete (dite) poca difficoltà farei nel ponerle generate sopra o sotto la Luna; nè ho fatto mai fondamento sopra la loquacità di Ticone, nè sento repugnanza nel poter credere che la materia loro sia elementare, e che le possano sublimarsi quanto piace loro, senza trovar ostacoli nell'impenetrabilità del cielo peripatetico, il quale io stimo più tenue più cedente e più sottile assai della nostra aria.
      6. E quanto a i calcoli delle parallassi, prima il dubio se le comete siano soggette a tali accidenti, e poi l'inconstanza dell'osservazioni sopra le quali sono fatti i computi, mi rendono egualmente sospette queste opinioni e quelle, etc.". Adducete poi, per soluzioni di queste apparenze, diverse opinioni; le quali io, per servar l'ordine e per curiosità di chi leggerà, voglio brevemente recitare.
      7. Prima, circa le stelle nove, l'Antiticone dice che non sono parti certe di corpi celesti, e che se gli avversarii d'Aristotile vogliono provar, là su esser alterazione e generazione, devono dimostrar mutazioni fatte nelle stelle descritte già tanto tempo, delle quali niuno dubita che siano cose celesti; il che non possono far mai in veruna maniera. Circa poi le materie che alcuni dicono generarsi in faccia del Sole e dissolversi, non dice altro costui; ma forse l'avea per favola o per illusione del cannocchiale, o al più per affezzioncelle fatte per aria, ed in somma per ogni altra cosa che per materie celesti.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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