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      L'esser totalmente tersa e pulita come un specchio, impedisce indubitatamente la riflessione totale; il che è notissimo, senza che voi con tante fatiche cerchiate di farlo manifesto. L'esser del tutto scabra ed inequale toglie l'uniformità del riflesso, quale è quello che viene a noi dalla Luna. Voi dunque dite che non è liscia, pulita e diafana[28] come un specchio; sono con voi: dite che sia aspra come un muro overo come la Terra, acciò rifletta il lume del Sole; ed intorno a questa asprezza dissento da voi, e pongo una lisciezza meza fra quella dello specchio e l'asprezza del muro o della Terra, quale sarebbe, per essempio, quella di un liscio alabastro, di una perla, o simile. Mi dichiaro: si riflette il lume da i corpi o dalle lor superficie aspre ed opache, ed è grande il riflesso da ogni parte, come si vede; ma però questo lume, riflesso alquanto da lontano, languisce e degenera dalla vivezza del primo lume originario, non rende distinte e spiccate l'ombre, ma confuse e quasi invisibili: ma se questo riflesso si faccia da un corpo liscio sì, ma non già trasparente, come sarebbe pur l'alabastro o altra materia solida, avremo il riflesso sufficiente e la distinta apparenza dell'ombre, come appunto accade del lume della Luna: e così la via di mezo in questa determinazione era bene di eleggere, e non venir a due estremi di puro aspro e di puro diafano. E dunque (conchiudo) la Luna, per il determinato riflesso del lume solare, nè diafana nè meno aspra ed ineguale, ma egualmente liscia senza real trasparenza.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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