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      E questo poi è il minimo disordinamento; perchè dalla sfera di Saturno si passa alla stellata, assai più vasta di quella, tardissima (come dicono) di molte migliaia d'anni; ed indi, d'un eccesso all'altro, passar al primo mobile che si aggiri in 24 ore.
      7. "Ma dandosi la mobilità della Terra, l'ordine de' periodi viene benissimo osservato, e dalla sfera pigrissima di Saturno si trapassa alle stelle fisse, del tutto immobili, e viensi a fuggire una quarta difficultà, la quale necessariamente bisognerebbe ammettere quando la sfera stellata si faccia mobile: e questa è la disparità immensa tra i moti di esse stelle, delle quali altre verranno a moversi velocissimamente in cerchi vastissimi, altre lentissimamente in cerchi piccolissimi, secondo che queste e quelle si trovano più o meno vicine a i poli; che pur ha dell'inconveniente, sì perchè noi veggiam quelle, del moto delle quali non si dubita, moversi tutte in cerchi massimi, sì ancora perchè pare con non buona determinazion fatto il constituir i corpi, che si abbino a mover circolarmente, in distanze immense dal centro, e fargli poi movere in cerchi piccolissimi."
      8. "E non pure le grandezze di cerchi ed in conseguenza le velocità de i moti di queste stelle saranno diversissimi da i cerchi e moti di quell'altre, ma le medesime stelle anderanno variando i suoi cerchi e sue velocità (e sarà il quinto inconveniente), avvenga che quelle che due mil'anni fa erano nell'equinozziale, ed in consequenza descrivevano col moto cerchi massimi, trovandosene a' tempi nostri lontane per molti gradi, bisogna che siano fatte più tarde di moto e ridottesi a movere in minori cerchi; e col tempo potrebbe alcuna di loro ridursi a star ferma col polo, e poi tornar a moversi: dove che l'altre stelle, che si movono sicuramente, tutte descrivono (come si è detto) il cerchio massimo dell'orbe loro, ed in quello immutabilmente si mantengono.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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