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      Ma torniamo pure alle controversie filosofiche.
      2. Che la sfera stellata, vastissima di mole e per milioni di volte maggior della Terra, non debba per questo moversi, ma sì bene la Terra, che è piccola, val tanto quanto sarebbe a dire che un fuoco grande non scaldi o non abbrugi per la sua immensità, ma una favilla efficacemente ciò facci: poichè non è più naturale di scaldare ed abbruggiare al fuoco, che di moversi a i corpi naturali, e più a i più perfetti, essendo (come sapete e supponete ancora) il moto effetto principale della natura; sì che ove ella in modo più nobile si ritrova, indi questo effetto più potente da lei diviene. Ma voi misurate l'opre della natura indefessa con quelle de gli uomini deficienti e debili; vi par che sia grande affare, pesante e faticoso, il movere l'eccelsa mole del ciel supremo; onde, compassionando il primo Motore, che l'aggira, volete che stia in riposo, e credo che v'indurreste anco a pensar ch'ei dorma, perchè patisca meno e sia più da questi travagli lontano. Pietoso filosofo! Conviene dunque, dall'eccellenza di quel corpo celeste aver somma operazione, la quale a gli altri tutti in varie maniere diffonde, e specialmente col moto: che se ben pare all'umana capacità impercettibile, è tanto più alla sua sopra umana condizione conveniente, e dalla viltà della Terra remoto.
      3. Il vostro supposito è totalmente falso, onde non fie maraviglia se falsi ancor siano i conseguenti. Non è (dico) vero in conto alcuno, che il moto in tanto sia moto, in quanto ha relazione a cose che di esso manchino, etc.; anzi è egli entità assoluta, operativa, la quale, cessando ogni relazione ed ogni comparazione a qual si voglia altro mobile (appunto l'opposito di quel che voi supponete), sarà sempre moto; come se il primo mobile, entro sè stesso agirandosi, ancor che niuna altra cosa si trovasse nè dentro nè fuora della sua circonferenza, sarebbe però vero moto il suo moto: ed il contrario non è vero, nè meno imaginabile.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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