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      Aggiungesi che è necessario che almeno quella parte di aria che è inferiore alle maggiori altezze de' monti, venga dall'asprezza della superficie terrestre rapita e portata in giro, o pure che, come mista di molti vapori ed esalazioni terrestri, naturalmente séguiti il moto diurno; il che non avviene dell'aria che è intorno alla nave cacciata da i remi: per lo che l'argomentare dalla nave alla torre non ha forza d'illazione; perchè quel sasso che vien dalla cima dell'albero, entra in un mezo che non ha il moto della nave; ma quel che si parte dall'altezza della torre, si trova in un mezo che ha l'istesso moto che tutto il globo terrestre, talchè, senz'esser impedito dall'aria, anzi più tosto favorito dal moto di lei, può seguire l'universal corso della Terra."
      Se voi, Sig. Galileo, aveste nella memoria quel che poco fa, nella risposta del primo argomento, voleste dir contra Aristotile dell'impertinenza del moto circolare delle parti terrestri, ora avreste rossore non poco di cascar così inavedutamente ne i lacci e nelle reti che avevate tese altrui. Quanto avete stimato assurdo, impertinente ed irragionevole, che ogni parte separata dal suo tutto si movesse circolarmente intorno ad esso? ed ora, dando il moto circolare alla Terra, concedete anco l'istesso alle parti sue separate, in qualsivoglia stato che elle si trovino?[40] Adducete pur contra voi medesimo l'instanze e le ragioni che credevi indur contra Aristotile, che, per esser qui a proposito, e già apportate di sopra a bastanza, io non voglio inutilmente ripeterle.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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