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      La prima per tanto, delle stelle, s'aggira intorno a questa difficultà, se elleno abbino avuto il suo sito reale nella region celeste e (come dicono universalmente) nel ciel stellato, o pure fra gli elementi; circa la quale ogni vostro sforzo e la totale vostra intenzione è di provare che siano state nel cielo: il che volete che sia certissimo per via di calcoli esattissimi di dodeci astronomi, i quali calcoli puntualmente registrate nel vostro terzo Dialogo, e dite che malamente, anzi con modi ed osservazioni più tosto ridicole che dimostrative, siano stati impugnati da un tal Peripatetico, il cui fine era mostrare, cotali stelle esser state sublunari. Volete dunque risolutamente che le predette stelle siano state nel cielo, e che ciò con universal assenso de' più periti astronomi sia da' buoni intelligenti di questa professione ricevuto per vero indubitato; e voi specialmente, con pensiero costante ed immutabile, assicurato dalle vostre osservazioni, da i calcoli pretesi da voi infallibili, lo affirmate e difendete per evidentissimo. Dalla qual posizione ne inducete per conseguenza due altre: l'una, che quelle stelle fussero di natura celeste; l'altra, che i cieli siano generabili e corruttibili. Or discorriamo prima del sito, e poi ordinatamente discenderemo alle conseguenze. Intorno a questa difficultà io non intendo, con calcoli ed osservazioni ripugnanti alle vostre ed a quelle di coloro che la intendono con voi, provare o dimostrar l'opposito di quello che voi ed essi hanno creduto provare e dimostrare, cioè che quelle stelle non siano state nella region celeste, ma solo fra gli elementi; e questo faccio per due cagioni.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Dialogo Peripatetico