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      Or veniamo alla prattica. È la vostra opinione sommaria, che il flusso e reflusso del mare sia causato dal moto della Terra, e diffusamente, pria con essempi e poi col venire alla cosa istessa, cercate di renderla credibile ed indubitata. Sono gli esempi di una barca piena di acqua, come sono quelle che del continuo vengono da Lizza Fusina a Venezia. Questa tal barca così piena, se regolatamente, senza agitazioni, senza scosse e senza urti, per il mare tranquillo cammini, non avrà moto proprio, distinto da quel della barca che la porta; ma se per caso la barca dia in secco con impeto, o da altra barca o in altra maniera sia urtata e rispinta, oltre tal moto violento della barca, si causa grande agitazione nell'acqua che vi è dentro, qual dura fluttuante in varie maniere, anco che la barca si fermi, anzi può andar e tornar dalla prora alla poppa della barca più volte, ed altre simili agitazioni per varie bande e secondo l'urto più o meno sconcio. Così si vede anco che il mare istesso, conturbato da i venti, ritiene per qualche tempo l'agitazione impressagli, quantunque essi venti siano del tutto cessati. Intorno alla qual osservazione vi stendete a dichiarar varii accidenti, che dalla diversa forma di vasi ove è rinchiusa l'acqua provengono: cose tutte veraci, notissime al senso, e perciò da ammettervisi cortesissimamente. Volete anco, dalla prodotta similitudine, che la Terra sia come la barca, il mare sia l'acqua che dentro vi si contiene: ed anco questo vi si conceda. La difficultà sta nell'urto, nell'agitazione della Terra, e nel modo; e qui consiste la vostra invenzione, il vostro novo astrologico filosofare.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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