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      Io non niego che in un mobile regolare si dia difformità di moto, come le parti circonferenziali della sfera difformemente si movono dalle centrali, cioè più velocemente; e per tal difformità quel moto vien detto difforme: ma chiamarlo uniforme dalla difformità, fa tanto quanto chi chiamasse amaro il miele dalla dolcezza. Parimente il moto regolare è quello che non ammette alcuna inegualità di velocità, ma dal principio al fine e sempre con una medesima celerità e regola procede; onde dal regolare il tutto con l'irregolarità di ciascuna parte è parimente constituir un tutto chimerico, un tutto ideale, alla platonica, impossibile, tutto e non tutto. Non è inconveniente nè anco che alcun moto possa esser regolare e difforme, come il celeste in rispetto a diverse parti; nè che alcuno sia uniforme ed irregolare, come quello di cadenti o proietti, che hanno diversa velocità nel tutto, e ritengono in questa diversità uniformità nelle parti: ma che uno sia dalle parti irregolari regolare, dalle difformi uniforme, non è possibile nè imaginabile; e se bene in alcuni casi ed in qualche parte del tutto secondo varii rispetti potesse ciò intravenire, non sarebbe mai secondo il vostro intento ed al proposito di quel che pretendete. Mi esplico. Se un corpo fluido, come di acqua o di nubi, fusse per regolata linea, o retta o circolare, portato, potrebbe senza dubio, non variando il regolato viaggio, ricevere varie agitazioni ed ondegiamenti nelle parti, come se il mare tutto, portato in giro per linea regolare, ondeggiasse; e forse qui volete battere voi.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069