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      Così dunque, sia equabile o difforme, regolare o non, impeditivo o contrario, il moto dell'orbe magno, sopra il quale si aggira la Terra, o per sè stessa o portata, come vi piace (che nè anco in questo vi esplicate; e pur in posizioni nove, inintelligibili, ci vorrebbe altra distinzione, altro metodo), niuna irregolarità cagionerà nelle parti della Terra, come nè anco in tutta, per le cagioni sudette, vere ed esperimentali. Ma preveggo una risposta ingegnosissima, adeguata, irrefragabile; cioè, che essendo le parti che son toccate dall'orbe magno, flussibili, tenui e cedenti, possono aver moto irregolare e difforme dal tutto, come io stesso ho concesso. E che siano così tenue e rare, è noto per i vostri precedenti suppositi, cioè che tale sia il cielo; e quell'orbe magno non tocca immediate la Terra, ma l'orbe della Luna, come si vede dalla figura maggiore della struttura e situazione de i corpi celesti e dalla verità dedutta da i vostri principii; non già che sia tale assoluta, perchè non direte mai che questa aria ed acqua che tocca la nostra Terra sia orbe magno, ma volete che questi nostri elementi siano circondati dall'orbe della Luna. Avete ragione, io non avevo ponderato tant'oltre; dovrò dunque disdirmi, sì: ma perchè quell'orbe lunare nominate sempre Terra? forse lo fate per carestia di voci? sì, se non avessero il proprio nome, se toccasse a voi dargli la prima imposizione. So però quel che direte di meglio: che l'orbe magno tocchi immediate quel della Luna, e per conseguente la Terra, onde venga poi a sortir gli effetti del moto predetto, ed indi provenga anco il flusso e riflusso.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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