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      Nè in questo caso conosco che possa schivarvi il cordoglio altro che quella medesima cosa che vi mosse a scrivermi contro, cioè il non mi essere io saputo ne' miei discorsi così bene dichiarare, che voi poteste intendere qualcuna delle mie più essenziali proposizioni; e perchè l'istesso indubitabilmente vi è per accadere se mai vedrete queste mie postille, resta per vostro scampo l'incapacità e l'impersuasibilità, le quali non vi lasciano(450) sentire il dolore. Dell'esser poi voi veramente impersuasibile, evidente esempio ne porgete nel pretender di mantenere vera la presente proposizione di Aristotile: e Dio vi guardi che di tal vostra pretensione altro che una fissa ostinazione ne fusse cagione, perchè questa(451) finalmente non è infirmità incurabile, come è la stupidità di mente e natural torbidezza di cervello.
      Voi dite, verissima esser la proposizione di Aristotile, che le velocità(452) de' gravi descendenti ritengono tra di loro la proporzione medesima che la gravità di essi; sì che una palla di artiglieria di 100 libbre, venendo dall'altezza di cento braccia, arriverà in Terra quando che una di moschetto di una libbra, partendosi dalla medesima altezza, nell'istesso tempo sia scesa un solo braccio: e la verità di tale effetto soggiugnete doversi trarre dalla ragione, e non dalla esperienza(453), la quale dite non esser di momento alcuno, ma ben manchevole per difetto del senso, conciosiachè il tempo nel quale si passa lo spazio da i due gravi(454) predetti è sì breve, che non può dalla vista esser con sì fatte proporzioni diviso, etc.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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