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      Soggiungete poi (e sia detto con vostra pace) un masticaticcio di cose inconseguenti ed(717), al mio cervello, senza senso, con dire che la sfera saria di(718) punti e di niuna quantitą, perchč voltandola(719) in giro, senza variar sito o distanza (distanza da chi, Sig. Rocco?), sempre toccherebbe in un punto(720). Credo(721) che abbiate voluto dire, che rivolgendo la sfera in sč stessa, ma sempre sopra l'istesso punto del piano, si segnerebbono sulla superficie di essa sfera cerchi o altre linee curve infinite, delle quali essa superficie sferica sarebbe composta; ed essendo esse linee composte di punti, verrebbe in conseguenza anco ad esser di punti composta la sferica superficie: il che voi reputate impossibile, ma io no; e stimo, che sģ come la linea č composta(722) di punti, cosģ la superficie sia composta di linee(723); ma(724) e quella e questa, di punti infiniti e di linee infinite(725).
      Le conseguenze che soggiungete poi, son ben verissime, ma non pregiudicano a nessuno. Vero č che(726) il punto, per essere indivisibile, non puņ conferire esser(727) divisibile nč quanto nč circolare, nč far che la sfera sia divisibile nč quanta nč sfera nč sferica; e tutte queste faccende chi volessi dire che nascono da un punto, stimo che non avesse punto di giudizio: ma chi con giudizio compone la(728) linea di punti, non ne piglia un solo nč due nč mille nč millioni(729), ma infiniti; sģ che il conferire divisibilitą e quantitą č virtł della infinitą, la quale č una materia lontanissima dall'esser capace di quelli attributi e condizioni alle quali soggiaciono i nostri numeri o grandezze(730) comprese dal nostro intelletto: lą non entra maggioranza, minoranza(731), nč equalitą, non vi ha luogo nč il pari nč il dispari; ogni parte (se parte si puņ chiamare) dell'infinito č infinita(732); sģ che, se bene una linea di cento palmi č maggiore d'una d'un palmo solo, non perņ i punti di quella sono pił de' punti di questa, ma e questi e quelli sono infiniti.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069