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      Trovandomi fra le do elementi, del peso distinti, ligato, et però volitando, et più travaigliato della memoria del bene che haveva havuto inanzi che del male presente, facieva diversissimi voti, piangendo hora la perdita del tempo et de tante bone vertù, hora delle bone vivande, hora de quel mio bon letto: ma tutto quel che facieva, non ci era rimedio; pure nissun bon genio me venne levare. Così restò, havendo però questa gratia de Dio, che siamo ionti a buon salvamento; a Chi gliene sia laude.
      Venendo qua, miraviglia è come ho perduto quasi in un momento tutta la memoria delli havuti fastidii, i quali mi parevano inanzi tanti, che tutto il bene del mondo non sarebbe stato bastante per farmili dismenticare. Ma a qui non piacerebbe un cossì bel paëse, nella formation del quale la natura ha collocata il suo più raro artificio per farlo perfetto de toutto che se può desiderare et per monstra di quello che la ha operata maij? Non li dirò per quel pulcherrimo sito, non per li miraculosi effetti de questi do mari, i quali qui se coniungano, non per il nobilissimo porto che fanno; la sua professione luij suppedita di quelle cose (come da seno sono summe) melior contemplatione et più perfetta che io non potrò fare per il mio mal dire: luij dirò per quelle cose istesse le quale parevano a la Vostra S. contrarie a oigni delettatione. Se pigliamo li custumi, che è più delettevole che de vedere queste variationi Turcheschi et Asiatichi? quelle ceremonie, quelle feste, queste pompe, quelli canti, quelli balli? i quale, secondo il paëse, paiano certe perfecti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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