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      La seconda si trahe dalla uniformità del suo lume in tutte le parti, che ha sempre conservata: poi che se fusse elementare, sarebbe simile alle fiamme che qui s'accendono ne' legni o in altra combustibile materia, le quali pur in altre parti più, in altre meno, lucide sono; dovendo ancora questa havere l'istesse cause di diversità di lume, così nella materia come nell'efficiente, come hanno quelle. Nell'efficiente: perchè, quanto alla parte più alta, sarebbe in loco tanto più caldo, per la vicinanza della sfera del foco; et così nelle parti superiori dovrebbe esser più lucida et infiammata, al contrario delle nostre fiamme, le quali, per haver il fomite a basso, sono più lucide nelle parti inferiori: oltre che nelle parti superiori ancora havrebbe l'essalatione più sottile et più atta ad infocarsi; così all'incontro nelle parti inferiori sarebbe men lucida et più impura. Nella materia poi, è cosa chiarissima che non può esser sempre dell'istessa conditione, non altrimenti di che occorre nel nostro foco, il quale nel principio non può esser così chiaro come nel mezo e fine, havendo la materia fumosa manco secca et vaporosa: il che dovrebb'accader ancora in questa luce, essendo che, se si è conservata longo tempo, ha ricevuto nutrimento da nova essalatione tirata da' raggi solari o altra stella, la quale in principio più humida, poi, continuamente imprimendo il sole maggior siccità, più pura et meno vaporosa le sarebbe stata somministrata da questi elementi inferiori; tanto più che non si ritrovando sempre il sole nell'istesso sito, hora più hora meno scalda, onde hora più hora meno sottile et secca essalatione può dalla terra cavare: sì che dovrebb'esser stata di lume hora più hora meno lucida, il che non è però occorso.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710