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      Et tanto basti delle ragioni naturali, dalle quali farò passaggio alle mathematiche.
      Peritissimo dice, che se le comete fossero nell'aria, quella cometa che si generasse sotto l'equinottiale, da noi per la sua bassezza non potrebb'esser veduta, avanzando la gibbosità della terra quel sito: quanto più ragionevolmente si può dire, che da noi non potrebb'esser scoperta quella che si aggirasse sotto il Saggittario, segno della maggior declinatione del sole australe, et perciò da noi più lontano che sia l'equinottiale intorno vintidoi gradi? L'autorità del quale si può confirmar con dui altre ragioni: l'una, perchè se da noi non ponno esser vedute quelle stelle che hanno maggior declinatione australe de 45 gradi, con tutto che siano altissime et nel supremo stellato cielo, quanto meno si potrebbe manifestarci questa, la quale, se bene ha la mettà minor declinatione, è poi sproportionatamente, et per dir così d'infinito spatio, più bassa? L'altra è, che se il semidiametro della terra è 3035 millia, come si legge appresso li più approvati autori, et la maggior altezza dell'aria, dalla superficie della terra misurata, è solamente millia 52, come si mostra per la distantia delle comete, che pur si trovano nell'altissima regione dell'aria, et noi, in questo sito collocati, siamo distanti dal raggio perpendicolare della nova luce 67 in 68 gradi, che è la terza parte et più della mettà della terra, bisogna concludere che in questo spatio il globbo della terra s'inalsi il terzo del suo semidiametro, et che se il tutto(234) è 3035 millia, il terzo sia mille e XI miglia poco più; onde è necessario dire che l'altezza del globbo terrestre ne debba occupare et molto d'avantaggio superare le 52 millia della profondità di tutta l'aria, loco a tutte le comete sin hora vedute conveniente: sì che, per conseguenza, non potrebbe questa luce esser da noi veduta, se fosse cometa.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





Saggittario