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      La seconda ragione è, che da uno ingegnosissimo et acutissimo spirito, molto erudito nell'astronomia, è stata osservata che nel discendere sempre più s'avicinava a Marte, chiaro segno che a Marte è superiore: imperochè se fosse più bassa, nel discendere, sempre più da Marte lontana sarebbe parsa di quello che fusse mentre era alta dall'orizonte, come chiaramente si può comprendere dal tipo et figura mathematica.
      La terza è, che se fosse nella sommità dell'aria, causarebbe diversità d'aspetto anco a paesi vicini, ad altri parendo in un sito rispetto a qualche stella del firmamento, ad altri parendo in un altro; la qual diversità d'aspetto tra Verona e Padova pure sarebbe anco grandissima, se fusse questa luce lontana solo 52 millia come l'altre comete, con tutto che(235) venga scritto da paesi lontani esser vista nel'istesso sito che noi ancora l'osserviamo, et per consequenza non causi diversità d'aspetto sensibile: argomento certissimo che sia nell'ottavo ciel stellato; imperochè con questo, cioè con le paralassi, et con null'altro mezo più sicuro si suol venir dalli astronomi in cognitione dell'altezza de' pianeti et altre luci. Et questo basti per provare che non sia luce di corpo elementare.
      Che mo' non sia di corpo celeste, si può agevolmente provare: perciochè, essendo nova, bisogna che sia nuovamente generata; o per moto dunque d'alteratione, o per moto locale. Per moto d'alteratione, no: poichè Aristotile, nel primo del Cielo, con molte ragioni prova che il ciel non sia alterabile, nè soggetto ad altro moto che locale; oltre che nè efficiente nè materia si può ritrovare in cielo per produr nove stelle.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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