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      Hora bisogna vedere se possi haver origine questa luce da dui corpi che ambidui celesti siano: nel che è necessario distinguere, perchè, o che saria luce per reflessione del sole o d'altre stelle; se per unione, o per unione de più corpi lucidi, o per unione di duoi corpi densi sì, ma non lucidi, o per unione di duo corpi, l'uno de' quali sia lucido, l'altro no.
      Il primo esser non può, cioè che questa sia luce di reflessione di corpo lucido, o non lucido. Imperochè, o che saria il corpo lucido qualche pianeta o stella fissa: et così ne seguirebbe che, essendo la luce di reflessione molto men(237) chiara di quello che è la luce del corpo d'onde è causata, non potrebb'esser così chiara et risplendente che ogn'altra stella di splendore avanzi; tanto più che molto più frequentemente si sarebbe veduta questa luce, ritrovandosi li pianeti nell'istesso sito del cielo in non longo spatio di tempo. O che sarebbe causata dal sole: il che non si può dire, prima perchè il sole non può luminar co i suoi raggi parte densa del cielo che luce rotonda ci mostri, che sia tanto a lui vicina come è et è stata sempre questa luce; il che si può agevolmente comprendere nella luce della luna, la quale, per haver il suo lume dal sole, quanto più a quello s'accosta, tanto minor parte di lei riceve lume, et solo quando è lontanissima al sole, di luce rotonda a noi si mostra. Sì come nè anco il secondo: poi che le congiuntioni di pianeti non durano tanto quanto ha durato questa luce; et pur allora quando questa luce apparve, non v'era altra congiuntione che quella di Giove et Marte, dalla quale però questa distinta et alquanto lontana si scorgeva; oltre che il pianeta inferiore dal superiore si può facilmente, benchè congionto, apparere diverso.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





Giove Marte