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      Saprà V. S. di più, ch'io sono stato pregato, da tali amici miei che io non ho potuto per alcun modo disdir loro, di chiederle un favore: e questo è, che qua sono stati veduti alcuni strumenti geometrici inventati da V. S., uno in mano al Sig. Orazio dal Monte, un altro in mano ad altri, il nome del quale non ho in memoria. Ora io sono stato pregato strettamente di voler pregar lei che voglia mandarne due, inviandoli a me, e mandare insieme la regola e il modo di usarli; per la qual cosa io chieggo grazia a V. S., poichè questi amici miei mi honorano credendo che io possa qualcosa appresso la cortesia sua, ch'ella non voglia render vana questa loro credenza, ma favorir me e loro. Bene è vero che, non sapendo io quanto questa richiesta importi e vaglia appresso di lei, io non vorrei parerle nè indiscreto nè prosontuoso: però voglio che il tutto si intenda, se quello che io le chieggo è cosa ch'ella possa fare senza suo disgusto e pregiudizio. Se mi potrà favorire, io stimerò il favore infinitamente; potrà insieme avvisare che spesa ci sia stata di manifattura, e dove voglia che sieno rifatti i danari, o qui o in Venezia: e 'l medesimo le dico de' libri che desidera il mio fratello. L'instrumento mi dicono che si chiami instrumento geometrico: questo è quanto io ne so. Presupongo che V. S. abbia inteso che cosa sia: e perchè io l'ho abbastanza tediata, farò fine, baciandole le mani e pregandole ogni contentezza.
     
      Di Firenze, addì 16 di Aprile 1605.
      Di V. S. Illustre et Ecc.aSer. Aff.mo


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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