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      Et di questo fin qui.
      Circa i studii del Ser.mo Principe nostro, de' quali desidera(267) che io le dia conto, se ella intende delle mattematiche, posso dirle assulutamente che dalla partita di V. S. di Fiorenza in qua, non ha pur visto, non che operato, mai l'Istrumento(268), non perchè la scienza non piaccia molto a S. Altezza, ma parte perchè non vi è chi si ricordi così bene le operationi, et parte perchè la Corte è andata continuvamente innanzi et indietro, senza altri diversi impedimenti che vi sono stati; ma come saremo in Pisa, si farà intorno a ciò, al sicuro, qualche cosa. Intanto ella mettarà mano, et forse finirà di stampare il libro, che servirà al Sig.r Principe per un gran stimolo, non che per memoriale.
      Sono appunto dua giorni che qui fu detto che quel giovine del S.r Don Antonio(269) haveva una volta finiti quegli istrumenti d'argento; che quando sia vero, V. S. li potrebbe havere con il prossimo ordinario, perchè Madama Ser.ma ha ordinato(270) al guardarobba che se gli faccia dare et glie ne mandi. Ho quasi voglia di aggiugner V. S. per un essempio in quel'opuscolo che fa Plutarco De vitiosa verecundia, poi che la dice di non haver havuto ardire di scrivere al Ser.mo Sig.r Principe; poi che ella si può ricordare che l'ha vista sempre volentieri, et io le fo fede che l'ama et la stima assai, et la saluta ancora molto affezzionatamente.
      Il Caval.r Ferdinando(271), mio nipote, li è altrettanto servitore quanto le son io, et se potessi dir più, lo direi, perchè esso spera d'imparar da V. S. qualche cosa, dove io non son più a tempo, nè buono ad alcun mestiero.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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