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      Imperò sappia V. S. che egli per doi mesi passati ha sostenuto una infirmità nel letto tanto grave, che finalmente hieri l'altro, giorno dell'Epiphania, alle 20 hore et un quarto, se n'è passato da questa all'altra vita migliore, così havendo disposto la Divina Volontà. Pertanto, poichè in quella debbiamo quietarci, havendo lei perduto chi amava tanto V. S., si compiaccia compatire al dolore del caso successo e ricevere me con gl'altri miei fratelli, che in suo loco siamo succeduti, per suoi servitori d'affetti, se non d'effetti, che pareggino e i meriti di V. S. e lo amore con che l'osservava il sud.o Sig.r nostro padre, che Dio se l'habbia seco in Cielo. E con tale affetto me le offero a suoi commandi, con baciarli le mani.
     
      Di Pesaro, il dì 8 di Gen.o 1607.
      Di V. S. molto Ill.reAff.mo Se.re
      Alessandro dal Monte.
     
      Fuori: Al molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo[Il] Sig.r Galileo Galilei.
      Padoa.
     
     
     
      149*.
     
      CURZIO PICCHENA a GALILEO in Padova.
      Pisa, 25 gennaio 1607.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 135. - Autografa la sottoscrizione.
     
     
      Ill.re Sig.r mio Oss.mo
     
      Madama Ser.ma vorrebbe, che V. S. con la sua solita destrezza procurasse d'haver minuta informazione del Dottor Gio. Tommaso Menadori,(298) medico veneziano, benchè s'intenda che la patria sua debbe essere Rovigo; et se egli non sta costì in Padova, almeno vi debbe aver praticato(299) altre volte, in modo che a V. S. sarà facile di potersene informare. In somma l'A. S. vorrebbe sapere il merito, l'esperienza et la sufficienza sua, et se nel medicare egli habbia fatto prove segnalate et che gli habbino dato nome straordinario; et si promette che V. S. gliene darà relazione sicurissima et fedelissima.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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