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      Il primo è, che se il tutto si facesse, saria impossibi[le] farsi con moto. La ragione è, perchè ricercandosi, per la definitione del moto, qualche cosa a rispetto della quale si faccia la mutatione, et essendo da noi proposta la produttion del tutto, niente si ritrova: adonque non si fa con moto, che era il proposito nostro. Il secondo è, che non sarebbe un assurdo quello che per tale si va predicando da' Peripatetici, che se il tutto si facesse, si farebbe di niente, poicchè non solo non è inconveniente, ma saria necessario che, facendosi il tutto, di niente si facesse: talchè potiamo dire che l'axioma Ex nihilo nihil va inteso e limitato a forza (se però have spetie di verità) alle prodottioni particolari, non a quella del tutto (se si facesse). Hora, come può inferire quest' huomo da bene: Se sono fatti, adonque per moto? se nè lui nè altri, che habbiano solo un puoco di lume di intelligenza di parole, ponno dire che la prodottione universale si faccia (se si fa) con moto? Non vede egli che, mentre mi dona, non concede, questo passo si facta, che imediate da sè stesso si tronca la strada, come nel primo lemma, di poter dire: ergo per motum? Io non dico nè che sia fatto nè che non sia fatto, ma che il progresso suo non mi fa guadagnar niente. Dalla dottrina poi di V. S., che a principiar(302) il moto è ben necessario il movente, ma a continuarlo basta il non haver contrasto, mi vien da ridere quando essaltano questa dottrina come quella che mi faccia venir nella cognitione dell'essistentia di Dio; conciosiachè se fusse vero che il moto fosse eterno, io potrei doventar ateista e dire che di Dio non havemo bisogno, bestemia scelerata.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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